Comune di Sant'Agata di Puglia

Da secoli, il cinque febbraio di ogni anno, Sant’agata di Puglia celebra la festa in onore della santa protettrice e Patrona del paese S. Agata, la Vergine e martire catanese che subì il martirio con l’estirpazione delle mammelle. Era tradizione, nei tempi antichi, vedere le donne santagatesi già dal mattino presto portare una candela alla Santa e, in capienti canestri di vimini rivestiti di bianche tovaglie ricamate, depositare ai suoi piedi, per la benedizione, i piccoli pani azzimi a forma di seni. Nell’antichità la festa si svolgeva all’interno del Castello, nella cappella dedicata a S.Agata. Solo per quella occasione, i Signori dell’epoca consentivano l’accesso al Castello al popolo, per poter far venerare la Santa, fino a quando la statua non fu poi trasferita, per volere del marchese Loffredo, nel 1813, nella chiesa di San Nicola. Da secoli, quindi, dopo la Santa Messa e il rito della benedizione, “Re mmenne re Sand’Aheta” (Le mammelle di Sant’Agata) vengono distribuite e consumate con devozione, dopo aver recitato una preghiera alla santa. L’amministrazione Comunale, ancora oggi, al fine di continuare a promuovere e valorizzare questa  tradizione, dispone la preparazione e la benedizione dei pani a forma di seni, nonché la successiva distribuzione a tutta la popolazione. È suggestivo, allora, vedere come il cinque febbraio, festa di Sant’Agata, un gruppo di ragazze, le “Agatine” con tunica e mantello che si rifanno ai colori dell’abito della Santa, girano per tutto il paese bussando ad ogni porta e donando ad ogni famiglia i pani azzimi benedetti a forma di mammelle, che verranno consumate con quella stessa identica devozione che da secoli lega il paese alla sua santa protettrice.

Rosario Brescia