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Best Practices a Sant’Agata

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Dal minibus per gli anziani alle scale mobili panoramiche, dal centro visite multimediale al bonus bebè: a Sant'Agata di Puglia si lavora da tempo - e con successo -  per migliorare la qualità della vita e attrarre turisti.

di Lucia Schinzano
L'idea è di quelle che te le aspetti in una nazione che ha fatto della valorizzazione del territorio la sua ragione di vita, magari in un paese scandinavo. Invece è una idea tutta pugliese nata in un paese nel cuore del Subappenino Dauno. L'idea è un sistema di scale mobili che colleghi il centro storico con il castello superando un dislivello che in alcuni punti arriva al 60%; il paese è Sant'Agata di Puglia. Il progetto è già stato approvato, i soldi ci sono, i lavori partiranno a breve e dovranno essere conclusi entro il 2011. La manutenzione sarà a carico del Comune.

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Buone pratiche all'opera

Il progetto prevede una rampa continua da valle al castello con scale mobili allocate in una parte del paese con pendii nudi esteticamente compatibili all'opera; a valle sono previsti un parcheggio di scambio e spazi attrezzati per bambini; il tutto sarà seguito da una società in house. Un progetto integrato dunque, che rientra nel PIRP approvato lo scorso 5 agosto (dotazione economica pari a 2 milioni di euro) e per il quale sono stati già stanziati 450mila euro. «Quella degli ascensori panoramici è una soluzione valida, in previsione dello sviluppo turistico da unire al miglioramento della qualità della vita, su cui stiamo puntando tutti i nostri sforzi »,  dice il sindaco Lorenzo Russo ; perciò si guarda a tutte le fasce d'età, in particolare agli anziani e alle giovani coppie, specie se con figli piccoli.

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L'idea vincente del PIRP approvato sta nell'aver richiesto non un intervento su una periferia geografica comunemente intesa (un luogo ai limiti di un nucleo abitato), ma nell'avere invertito i termini ( la vera periferia è il centro del paese arroccato in alto); anzi, con una visione complessiva de3l territorio, si è voluto considerare Sant'Agata nella sua interezza come "periferia" di una provincia, per puntare così alla riqualificazione del paese tutto e non solo di alcune zone. La "loggia delle Puglie", come viene chiamata Sant'Agata, con i suoi 12mila ettari di superficie (una delle più vaste dell'intera regione) ha il suo punto debole nella viabilità urbana (gli assi viari sono solo 2 e per giunta risalenti al ‘700) che penalizza soprattutto gli anziani (qui gli ultrasessantacinquenni, con ottime prospettive di longevità, sono il 30% su una popolazione che supera di poco i 2300 abitanti). Ma sono anche i giovani a subire gli effetti di una conformazione del paese che, con i suoi 800 metri di altitudine e la sua struttura a piramide, non favorisce certo le comunicazioni. Ci sono molte piazze in rapporto alla grandezza del paese, ma pochi soni i luoghi i aggregazione e gli spazi per bambini. Di contro c'è il forte appeal turistico che Sant'Agata esercita sia per le bellezze paesaggistiche che artistiche, fra cui il castello, che sta diventando il volano della riqualificazione dell'intera area dei Monti Dauni.

Questo ha portato ad elaborare un PIRP inteso come sistema integrato di interventi rivolti non solo ai cittadini, ma pensati in vista di un aumento del flusso turistico - che già c'è ma che si vuole ovviamente incrementare -. Quindi, in concreto, interventi pubblici sulla viabilità, sui servizi (restyling del castello, del municipio, della biblioteca-teatro, valorizzazione degli ipogei, realizzazione di shop points dove i giovani potranno sperimentare le loro attività economiche), interventi per i bambini (parchi giochi e percorsi pedonali) e gli anziani (centro d'incontro e socializzazione). Ma la carta vincente è la riqualificazione in termini di fruibilità, del centro storico, dove si parla di nuovi percorsi pedonali, interventi sulle vie del borgo medievale, un minibus elettrico con pensiline fotovoltaiche alle fermate, creazione di aree "di frequentazione pubblica" (recita la relazione introduttiva di presentazione del PIRP) e, soprattutto il sistema di ascensori panoramici inclinati, le famose scale mobili, per le quali c'è già il progetto di massima. Tutto questo, per invitare la gente a restare in paese.

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Spazio agli anziani, ma anche ai giovani, grazie all'eolico

Dal 2003 funzionano in paese dei piccoli bus navetta con un biglietto al prezzo simbolico di 25 c€; a servirsene sono soprattutto gli anziani, per una sessantina dei quali funziona anche il servizio di assistenza domiciliare. I neonati ricevono a fondo perduto dal comune un bonus di 3.600 euro; la mensa scolastica per i bambini delle elementari funziona con un ticket giornaliero di appena 1,30 euro; è stato finanziato il piano di ammortamento per il mutuo prima casa: così Sant'Agata è il paese in Italia col tasso di interesse più basso.

Insomma, il paese è in controtendenza. L'emigrazione si è fermata, il trend si è invertito, aumentano le classi scolastiche, e questo è stato possibile grazie alle royalties ricavate dall'eolico. Già, perché tra royalties , ICI e tasse pagate dalle società che hanno impiantato tutt'intorno grandi parchi eolici, il comune incamera centinaia di migliaia di euro, cifre simili a quelle del trasferimento erariale dello Stato.

Ecco che l'eolico diventa determinante per la vita di piccoli comuni perché sostituisce la decurtazione dei fondi operata dallo Stato: 100mila di quel milione o giù di lì di euro venuti dal vento servono per l'assistenza domiciliare agli anziani; un'altra parte serve a pagare i 30 santagatesi prima disoccupati e ora assunti con mansioni diverse (trasporto, assistenza mense, manutenzione; entro il 2011 ci saranno altre assunzioni per la gestione delle scale mobili) nella società di servizi che ha come socio unico il comune.

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Insomma, tutto rimane in casa, e ne avanza anche per sostenere iniziative come il recente raduno dei camperisti di Puglia e, più in generale, le attività sportive. Qui a Sant'Agata la piscina comunale soddisfa le richieste di tutti i paesi circostanti ed è stato inaugurato il 2008 un palazzetto dello sport, dove il Lucera basket disputa le sue partite di serie C.

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Per molti osservatori Sant'Agata è il classico esempio del paese "virtuoso": basta seguire la strada che hanno preso i fondi POR 2006-2007: parte è servita per l'illuminazione pubblica, parte per gli acquedotti rurali, parte per la metanizzazione del paese, con l'aggiunta che in questo caso le opere sono state fatte senza alterare il volto del paese e con un complesso sistema di mascheramento in pietra e mattoni delle condutture. Ancora, dal 2000 i santagatesi che decidono di ristrutturare le facciate delle abitazioni per farne riemergere l'originaria struttura, ricevono un contributo del 50% per la spesa sostenuta, a fondo perduto.

Il castello

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E poi c'è il capitolo castello, la cui storia stessa si identifica con quella di Sant'Agata, osservatorio e punto strategico controllo di tutto il contesto circostante, sorto forse, dicono le fonti, sulle rovine di un tempio greco dedicato alla dea Artemide e passato ad essere, da baluardo della difesa dei suoi abitanti residenza nella seconda metà del ‘500 dei Loffredo, i signori della città. Oggi il castello appartiene al Comune e - ci tengono a precisarlo - ai suoi abitanti.

Dal 2005 i lavori per il restauro dell'edificio si sono succeduti grazie ai soldi arrivati dai fondi POR 2000-2006 e destinati ai PIT, fondi utilizzati in prima battuta per il consolidamento del territorio a elevato rischio idrogeologico; ma è col 2006 che si definisce la nuova veste della struttura: sarebbe diventato un centro visita, collegato in rete con altre analoghe strutture, ognuna in un paese del Subappennino Dauno meridionale. Cosa il castello è diventato ora (l'inaugurazione del sistema di centri visita risale a luglio di quest'anno) è presto detto: un polo propulsivo dello sviluppo eco-compatibile del territorio, il luogo fisico di riferimento dove riunire, conservare e studiare tutte le conoscenze relative alla storia socio-economica del territorio e dell'ambiente, di quella parte del Subappenino Dauno, che è sede di aree SIC e di un istituendo parco naturale regionale e che, proprio dagli spalti del castello abbraccia ad ovest i monti campani e lucani e guarda ad oriente, verso il tavoliere, riuscendo a cogliere addirittura il golfo di Manfredonia nelle giornate terse.

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Il castello è stato così "ripensato"per i visitatori (scolaresche, turisti, abitanti del posto) e ha messo su un'accattivante forma di comunicazione visiva che ha il suo cuore nel museo virtuale. Nelle sale si succedono grandi tavoli ad acqua che proiettano i fasti del castello e delle figure che lo hanno abitato, primo fra tutti Federico II; campane del suono riproducono la vita e le attività del contado; in una saletta i visitatori possono quasi sdraiarsi per godere da uno schermo multivision le dichiarazioni di storici e archeologi, ma anche il volo della selvaggina che anima questi luoghi. Ancora, un'altra saletta accoglie più postazioni multimediali per avviare con i visitatori una specie di "caccia al tesoro". Intanto sono in via di realizzazione il planetario in una delle sale a piano terra del castello e il restauro della cappella di Sant'Agata; sullo sfondo ci sono anche la realizzazione di un museo diffuso, la creazione di spazi aperti per spettacoli (anche in notturna) e sentieri salute attrezzati. I risultati già ci sono, stando alle oltre 3mila visite segnalate nei registri del centro visite solo nel mese dei agosto.

"Perché non fare sistema?"

Che a Sant'Agata ci siano le idee chiare si nota dalla politica di sviluppo dell'area che ruota intorno al paese, capace di attrarre un bacino di 15 comuni con una distanza massima di 20 Km., per un totale di oltre 20mila abitanti. Già le strutture sportive agiscono in questa direzione, ma in programma c'è anche lo sviluppo di una dimensione interregionale attraverso l'impulso ad altri sport, come il trekking urbano e nei boschi, e lo sviluppo delle attività giovanili. Si pensa infatti ad un palazzetto della musica e delle arti con anfiteatro da 3mila posti, capace di funzionare come centro di aggregazione giovanile, sala incisioni, centro formazione, cinema, teatro. Potrebbe ospitare le prove di grandi concerti e grandi eventi e grandi masse di persone; cosa che sarebbe agevolata anche dalla presenza dei due caselli della A16 (uscita Candela soprattutto e poi Lacedonia). A Palazzo di città, sindaco in testa,   sono tutti  convinti che in queste zone si possa uscire dalla crisi solo se si fa sistema,  soprattutto ora che le comunità montane sono state soppresse e tante professionalità restano inutilizzate. Il turismo deve ancora svilupparsi per potere essere in grado di garantire un ritorno economico e posti di lavoro. Perciò a Sant'Agata si dice sì alle iniziative che rivitalizzino l'agricoltura, che ai giovani diano spazio e agli anziani la soddisfazione di restare in paese. Eppure c'è ancora una mentalità individualista che impedisce ai paesi della zona, sicuramente penalizzati dalla morfologia dell'area, di cogliere l'occasione e tentare il salto della forma consortile.

Perciò ben vengano le scale mobili dal centro di Sant'Agata su fino al castello; magari non saranno quelle scale che portano al paradiso come cantavano anni fa i Led Zeppelin, ma se portano al paradiso di un benessere "pulito" va bene lo stesso.

Da: ambienteambienti.com

Inviato da : Admin,  22 Nov 2010
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