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agatone 
AGATONE: La figura di "Chèpe re Ahatòne (Capitano Agatone) vive tra storia e leggenda. Agatone, vissuto nella seconda metà del duecento, fu signore di Sant'Agata nella cui Rocca egli aveva preso la sua dimora. In quel tempo, il paese era un centro fiorente per l'agricoltura già avanzata, per l'artigianato e per i commerci del grano, dell'olio, della lana e del vino. La Signoria aveva tutti i caratteri del feudo.Agatone seppe concentrare nelle sue mani tanto dominio e tanta autorità, più che per investitura della suprema Autorità, per la sua prepotenza, per la sete di potere e per la proverbiale astuzia..... per quanto prepotente e ambizioso, fu tuttavia il capitano che diede effettivamente a Sant'Agata un potere straordinario, uno sviluppo sociale non indifferente e una supremazia su tutti i paesi della zona."Agatone, che aveva dato grande impulso all'agricoltura, efficiente sistema amministrativo e giudiziario, ed aveva messo ordine nelle contrade di suo comando e possesso, non fece una morte degna della sua grandezza.Documenti storici riferiscono che egli cadde per mano del suo barbiere che lo sgozzò con il rasoio mentre lo radeva. Il barbiere doveva convolare a giuste nozze con una bella ed avvenente pulzella santagatese, la quale, per effetto della legge che stabiliva, a favore del capitano Agatone, lo jus primae noctis (il diritto della prima notte), doveva immancabilmente cadere sotto le grinfie del Capitano. Il barbiere, approfittando della confidenza con il suo padrone, al quale egli faceva anche da cerusico, da dentista ecc. ecc. scongiurò Agatone di risparmiare la sua fidanzata, derogando alla regola. Agatone, che assaporava già il frutto acerbo e si leccava i baffi, (aveva baffi da vichingo), oppose un netto rifiuto. Il barbiere al colmo della disperazione, trovò la forza di tagliargli la gola e fuggire. Così morì Agatone, uomo ambizioso, violento, prepotente, capitano benemerito del quale i santagatesi, per secoli e fino ad oggi lo hanno ricordato e lo ricordano attraverso la tradizione orale. 
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